… è capitato che accogliendo la temeraria idea di gregorio botta di dedicare alla bellezza un numero di zeusi, ci siano venute incontro non soltanto la naturale confidenza italiana con l’argomento, ma anche la stessa insegna, nume e nome tutelare, della nostra rivista: fu zeusi in persona, infatti – così almeno dice la leggenda – che dovendo fare un immaginario ritratto della fatale elena non si contentò di una sola modella, ma ne scelse ben cinque tra le più belle ragazze di crotone, ognuna delle quali perfetta per un particolare, così che tutto l’insieme, il ritratto definitivo, risultasse perfetto.
l’abilissimo, intelligente pittore greco, aveva capito una cosa, che la bellezza, frutto di un montaggio, è plurale. è molteplice. quel segreto, così profondo, glielo aveva svelato il mondo femminile, facendogliene dono, un regalo che era un prisma dalle cinque facce, potenzialmente dilatabile tuttavia in un’infinità di volti, di corpi e di gesti, giacché quel mistero, coincidente con l’essenza stessa della terra, e di ciò che nell’attimo che appare già svanisce, dice che la bellezza è inafferrabile. [marco di capua]
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