l’occasione alla base di questo lavoro è data dall’inizio delle celebrazioni del 2024 per il quinto centenario della fondazione dei chierici regolari teatini, un ordine che ha dato alla vita spirituale della chiesa cattolica dell’età moderna contributi fondamentali, così come allo sviluppo della devozione nella napoli tra cinque, sei e settecento. il tridentino, è noto, puntò sull’abito talare come elemento distintivo del sacerdote. si era resa necessaria l’affermazione di una più rigorosa regola in fatto di vestiario, anche per contrastare i comportamenti lassisti ai quali il clero si era lasciato andare. particolarmente attenti alla questione dell’abito, ancor prima del concilio, furono i nuovi ordini religiosi che sperimentavano la nascita di rinnovate tipologie di sacerdoti dalla vita e dall’abito comune. la storia dell’abito dei chierici regolari è ripercorsa in questo volumetto con dovizia di particolari, ma di precipuo interesse è il suo uso come reliquia. paramenti e vesti sacerdotali erano espressione di quella chiesa militante contro il protestantesimo. eppure quell’aspetto così “normativo” ebbe modo di diventare “miracolante” e “taumaturgico”, connotando l’edificante in modo ancora più incisivo: il potere taumaturgico confermava la certezza cattolica della possibilità del miracolo e del potere dei santi-sacerdoti, celebrando ad un tempo il carisma del clero e la sacralità liturgica. visti attraverso il miracolo, materialità e spiritualita, taumaturgico ed edificante, prescrizione e vissuto religioso ancora una volta si presentano in tutta la loro complessità. la fortuna delle reliquie tessili, di cui si produce per la prima volta il catalogo completo di quelle della lipsanoteca teatina di san paolo maggiore, apre un discorso sul miracolo, ma anche uno squarcio sul mondo della produzione dei tessuti: le vesti dei santi e i paramenti liturgici che si rivelano anche rari strumenti di conoscenza della storia del tessuto e della moda.
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